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mercoledì 30 dicembre 2009

E SI RICOMINCIA...

A quanto pare il blog è ancora aperto, nessuna ripercussione dovuta all'ultimo post... Mah...
A questo punto mi calo in un "abito" un pò più serio (mi sto sforzando notevolmente)....
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E’ tempo di consuntivi.
La regola vuole che la fine di un anno sia il momento per “tirare le somme” di ciò che si è “speso” e di ciò che si è “incassato” (che non è la versione romagnola del termine INCAZZATO)....
E’ stato un anno difficile ma anche “decisivo” per molte cose, il lavoro in primis. Ci sono state “metamorfosi” ambientali, e, in alcuni momenti, anche “mentali”, ma alla fine le “fondamenta” del cuore hanno avuto la meglio sui “terremoti” emotivi e psicologici.
Il lavoro attuale mi ha proiettato abbastanza “lontano” dalla dimensione del “rapporto umano” che dovrebbe essere alla base del lavoro di un medico, ma, un po’ alla volta, mi sta “mostrando” comunque le sue “potenzialità”.

Un anno fa: l’ambulatorio scalcinato, una signora anziana che timidamente chiede di misurarle la pressione e la prescrizione di qualche farmaco, perché il suo medico non è troppo cortese e la fa aspettare in quella sala d’attesa in cui spesso i pazienti sembrano numeri.... una mamma ansiosa che vuole fare visitare il suo bambino perché è preoccupata per la febbre.... un uomo di mezza età che si siede e comincia a raccontare delle sue disavventure lavorative e della moglie troppo ansiosa....
Qualche telefonata.... gente che vuole solo parlare, gente che chiede una visita domiciliare forse perché ha bisogno solo di “vedere” qualcuno, o perché ha la mamma anziana che dà di matto....
Storie di quotidiana umanità, semplici, ma vere, senza filtri, senza costruzioni mentali, storie di gente qualunque, piccoli racconti di vita…. la convivenza di qualche ora con un collega al quale racconti la tua vita, i tuoi problemi e le tue piccole vittorie, tanto da sentirlo più familiare di tanti presunti “familiari”....
Vita da “medico precario”.... vita da “guardia medica”.... vita di chi si deve “inventare” la professione ogni giorno....


Ogni tanto sento il bisogno di tornare a respirare quella “semplicità”, quell’atmosfera che è all’esatto opposto rispetto ai problemi apparentemente “inanimati” e “calcolati” del mio nuovo lavoro.... tanto agognato lavoro.... tanto agognata stabilità....
Le mia vecchie “uniformi”, i jeans e la camicia o la casacca e i pantaloni verdi della divisa chirurgica, a volte mi sembrano più gratificanti e vere della giacca e cravatta di oggi, pronte per essere indossate ogni mattina....
Ma ritornano le parole di qualcuno che mi ha insegnato tanto: per tutto c’è un motivo.... un senso.... i “cambiamenti” non sono mai casuali.... Puoi cambiare lavoro, puoi cambiare città, puoi cambiare amicizie, ma la cosa più importante è che TU NON TI LASCI CAMBIARE....
Parole di tanto tempo fa ma che ritrovo spesso, rovistando dentro me....
E poi il “cuore”, di cui spesso ho parlato, malinconico, avvezzo ai ricordi, ai desideri.... le immagini che ho tentato di mettere nero su bianco, prima di tutto come un “esercizio” utile a me stesso (concedetemelo) per “ricostruirmi” dentro….
Col tempo, ho imparato sempre più a “condividere” gustando la sensazione del “conforto” di una mano amica che tocca la tua spalla, e questo spesso è successo anche leggendo le parole di molti di voi, chi in un modo chi in un altro.
Il senso di “serenità” che deriva dall’essere riuscito a chiedere scusa alle persone alle quali mi sono negato nei momenti in cui forse avrebbero avuto bisogno di me. E leggere nel loro sguardo e nelle loro parole un “sentimento.... a prescindere”.
Un sentimento intoccabile, una delusione quasi “cercata” in modo masochistico, il senso della rinascita.
Un anno in cui ho conosciuto meglio una parte di “umanità” e anche di “disumanità”....
La possibilità che mi è concessa di “guardare” tutti coloro che mi sono rimasti accanto “nonostante me”, chi mi ha seguito in silenzio, chi lo ha fatto urlando. Volti “amici” con cui poter ancora ridere e anche piangere, persone che fanno parte della mia vita, da sempre.
Un anno in cui sto conoscendo meglio alcuni di voi, scoprendo persone “reali” e “speciali”.
Tutto questo, e altro ancora, tutto ciò che alla fine è VITA. Da vivere….
Un anno importante, comunque, per quello che mi lascia dentro e per quello che ha fatto nascere come buon proposito per il futuro.

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lunedì 28 dicembre 2009

BUONI PROPOSITI DI FINE ANNO....

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CHI ENTRERA' IN SFIDA?

CHI ARRIVERA' AL SERALE?

CHI APPRODERA' ALLA FINALE?

LO SCOPRIRETE SOLO SU "AMICI"....

PERCHE' L'AMICIZIA E' UN VALORE IMPORTANTE....
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e se dopo questo post mi chiudono il blog... vi auguro fin d'ora un esilarante 2010

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domenica 27 dicembre 2009

ODA AL DIA FELIZ (PABLO NERUDA)

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Esta vez dejadme ser feliz,
nada ha pasado a nadie,
no estoy en parte alguna,
sucede solamente que soy feliz
por los cuatro costados del corazón,
andando, durmiendo o escribiendo.
Qué voy a hacerle, soy feliz.
Soy más innumerable que el pasto en las praderas,
siento la piel como un árbol rugoso
y el agua abajo, los pájaros arriba,
el mar como un anillo en mi cintura,
hecha de pan y piedra la tierra
el aire canta como una guitarra.
Tú a mi lado en la arena, eres arena,
tú cantas y eres canto,
el mundo es hoy mi alma,
canto y arena,
el mundo es hoy tu boca,
dejadme en tu boca y en la arena
ser feliz, ser feliz porque si, porque respiro
y porque tú respiras,
ser feliz porque toco tu rodilla
y es como si tocara la piel azul del cielo
y su frescura.
Hoy dejadme a mí solo, ser feliz,
con todos o sin todos, ser feliz
con el pasto y la arena, ser feliz
con el aire y la tierra, ser feliz,
contigo, con tu boca, ser feliz.

ODE AL GIORNO FELICE

Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolo del cuore,
camminando, dormendo o scrivendo.
Che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.
Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto,
il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia,
il mondo oggi è la tua bocca,
lasciami essere felice sulla tua bocca e sulla sabbia,
si, essere felice perché respiro
e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice,
io e basta,
con o senza tutti,
essere felice con l’erba e la sabbia
essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca,
essere felice.
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venerdì 25 dicembre 2009

RISPONDE BABBO NATALE....

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A dispetto del titolo, questo non è il messaggio di una segreteria telefonica ma una semplice “missiva” tradotta in post....


Cari i miei “richiedenti epistolari”, piccoli e grandi....
Questa volta sono io a scrivervi, per una volta concedetemelo.
Ogni anno ricevo tonnellate di lettere, diciamo che per tutto l’anno la mia cassetta postale è stracolma.... non parliamo degli ultimi due mesi dell’anno, sino al 24 dicembre, periodo in cui la quantità di posta che mi arriva è talmente “esuberante” da vedermi costretto ad assumere una schiera di segretarie che mi aiutino a smistarla (vedi foto).
Comunque, nonostante la mia vista ormai affaticata da anni e anni di “lettura”, mi dedico con attenzione a “spulciare” tutte le vostre lettere, senza tralasciarne alcuna, perché per me è fondamentale cercare di dare una risposta ad ogni richiesta, anche la più bizzarra.
Ultimamente c’è chi mi chiede qualcosa che va al di là del “materiale”.... non i soliti “doni” (giocattoli per i bambini, elettrodomestici per le casalinghe incallite, cravatte, cinture, bretelle e mutande di lana per i maschietti)....
Le richieste dell’etereo, dell’intangibile, del “voglio regalarmi un sogno”, diventano sempre più frequenti.
Spesso mi arrivano le lettere di chi non ha ancora imparato a scrivere, o non “può” scrivere.... Insomma lettere “mai scritte”.
In questi casi i desideri si materializzano come per magia in fogli inchiostrati che arrivano dalle mie parti, vincendo anche la “rassegnazione” di chi oramai ha perso la speranza.
Per questi “desideri” c’è una corsia privilegiata.... vengono dirottati verso una dimensione differente rispetto a quella tradizionale, e verranno esauditi in un tempo prestabilito, non quantificabile e controllabile dall’essere umano.
Per alcuni desideri particolari non posso provvedere io in prima persona.... la loro realizzazione rientra in “piani” nei quali devono essere coinvolti necessariamente altri esseri umani: quando mi arriva la lettera di un bambino che mi chiede di riavere il papà o la mamma o di rivederli ancora insieme, la affido al cuore di un adulto “sensibile” a quel desiderio. La stessa cosa faccio quando mi arriva la richiesta di donne o uomini, giovani o vecchi che siano, che vorrebbero realizzare il “sogno” di vivere o ri-vivere un grande amore, mai avuto o perso strada facendo....
Certo, a volte mi arrivano anche richieste di bambini che preferirebbero non vedere più le “liti furiose” dei loro genitori e che mi chiedono di regalare loro dei genitori “nuovi”.... o di uomini e donne che chiedono di “ritornare liberi” o di concedere loro l’annullamento del matrimonio.... Ma per quest’ultima richiesta devo comunicarvi che non sono in buoni rapporti con la Sacra Rota.
Il problema è che molto spesso alcune persone sono troppo “impegnate” a pensare a come “procacciarsi” il “superfluo”, mentre altre sono troppo impegnate a “sopravvivere”.... e in un caso o nell’altro, è difficile attirare la loro attenzione su richieste troppo “eteree”....
Le richieste variano anche in base alla zona “geografica” da cui provengono, ed alla condizione sociale di chi le formula.
Dall’Italia mi stanno arrivando molte lettere di “denuncia” dell’operato dei vari esponenti politici, e la conseguente richiesta di “sostituzione” degli stessi, ma per questo desiderio non posso fare molto e, quindi, queste lettere le “dirotto” ad altro destinatario: prima le mandavo a Santoro e Vespa come “materiale” per le loro trasmissioni.... poi mi sono accorto che non ne hanno bisogno, perché hanno una serie di “prestampati” nei quali cambiano solo i nomi e le date, periodicamente.... e poi da un po’ di tempo guardo solo il “Grande Fratello”....
Una certa signorina D’Addario mi aveva mandato il suo curriculum ed una proposta di “convenzione” per “elargire” un certo tipo di “doni”, ma la richiesta non era chiara…. non sono riuscito a capire quale fosse precisamente la “natura” dei “doni” proposti. E poi i prezzi erano decisamente alti.
Anche quest’anno sono state numerosissime le richieste di “lingerie” da parte delle donne…. e anche da parte di qualche uomo. Il fetish non è molto richiesto, forse perché non fa più “trasgressione”....
Una delle cose che più mi fa incazz… ehm… arrabbiare è il pensiero di tutti quelli che fanno della mia "persona" un “mezzo” per fare una barca di soldi, spacciandosi per promotori di “beneficienza” e “solidarietà”, facendo leva sui sensi di colpa di qualcuno e sui “buoni sentimenti” di altri.
Per non parlare dei tanti “pietisti”.
Come potete ben capire, la lettura di tutti i “desiderata” e delle “notizie” che arrivano qui da me, non affaticano solo la mia vista, ma anche la mia mente, e, pur avendone viste di tutti i colori in tanti anni di onorata carriera, riesco con grande fatica a mantenere un minimo di equilibrio mentale.
E allora, cari i miei “richiedenti”, bambini, adolescenti, adulti, anziani, bambini mai cresciuti, adulti mai stati bambini, mi sto organizzando prima di tutto per soddisfare quelle richieste che, una volta esaudite, porteranno realmente gioia e un po’ di serenità a chi le vedrà realizzate.
Le altre richieste, quelle “superflue”, le lascio esaudire a chi le soddisferà da solo, “illudendo” se stesso o gli altri che sia stato io ad esaudirle.
A tutti voi, soprattutto a quel “bischero” che mi ha messo a disposizione il blog per trasmettervi questa lettera, auguro di ricevere la giusta dose di “onestà d’animo”, termine sempre più “abusato”, poco “conosciuto”, spesso dimenticato o “idealizzato”, eppure capace di fare la differenza in tutte le sfere della vita....
Spero che questo possa essere davvero un DONO gradito.
E a chi continua ad affermare che “BABBO NATALE NON ESISTE”, io rispondo: in molti avete negato anche l’esistenza della BEFANA.... prima che si materializzasse vostra suocera!!!
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BUON NATALE

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lunedì 21 dicembre 2009

ECCOMI

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Continuo!

Di fronte a chi mi vuole convincere con le sue azioni, più che con le sue parole, che non sono “capace” e che non ce la farò a risalire.

Non mi arrendo!

Di fronte alle mie sconfitte e a tutti quelli che le hanno aspettate e le stanno aspettando.

Resisto!

Perché, anche se dolorante, ho ancora fiato e forza.

Lotto!

Rimettendomi in gioco, nella notte, aspettando un nuovo giorno che mi vedrà ancora in piedi a combattere.

Amo!

Che ti piaccia o no!

Ti osserverò dall’alto del mio volo, in una prospettiva “migliore”, o semplicemente “vera”.
Quella prospettiva mi appartiene.
E’ sempre stata mia.
A prescindere da te.
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domenica 20 dicembre 2009

UN POST.... OPINABILE

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"Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è una delle migliori."
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WOODY ALLEN

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mercoledì 16 dicembre 2009

UN PO' DI CULINARIA.....

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Approfittando della pausa “forzata” che mi ha costretto a casa negli ultimi tre giorni (mi sono spupazzato anch’io la cugina della maiala, non lei in persona perché sarebbe stato troppo.... nemmeno la maiala mi ha “degnato” di una sua “attenzione particolare”), ho avuto un po’ più di tempo per dedicarmi al blog....
E visto che ormai sarà noto a tutti voi il mio bi-polarismo, e non mi riferisco a quello politico (due palle.... ancora co sta politica) bensì a quello psichico e mentale, mi accingo a cambiare pagina, almeno per oggi, anche negli “argomenti” che solitamente condivido con voi.
Mi consola il fatto che ci sono menti “eccelse” degli scenari artistici contemporanei che sono “sfacciatamente” bipolari.... uno su tutti? Roberto Benigni.
Ebbene si.... perché nasconderlo? Ho qualcosa in comune con Benigni!!!
Comunque, a parte le mie “confessioni” sul mio stato mentale, come vi dicevo, oggi, proprio in virtù del bipolarismo di cui sopra, mi accingo a postare qualcosa di insolito per questo blog.
Insolito nell’apparenza, in realtà.... perché si tratta di qualcosa che rientra comunque tra i “piaceri” della vita, e, quindi, tra quegli aspetti che mi piace esternare e condividere.
Tra l’altro, il “piatto” che vado a descrivervi (che, molto probabilmente la maggior parte di voi conoscerà già anche perché rappresenta una “bandiera” della cucina barese) è un ottimo esempio di “cucina mediterranea”, per cui è perfettamente in linea con i suggerimenti sui “corretti stili di vita” e sulla “corretta alimentazione”. Anche il leggero soffritto previsto nella preparazione, proprio perché leggerissimo, non intacca affatto la “digeribilità” del piatto e la sua “coerenza” con un contenuto in grassi “accettabile”.
E allora, signori e signore…. Ecco a voi le:
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ORECCHIETTE CON LE CIME DI RAPA!!!
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Madonna benedetta dell’INCORONETA!!! (espressione di origini “BANFIANE” che risponde alla seguente traduzione: “Madonna Benedetta dell’Incoronata”)
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Moh… e ci’ è!!! (intercalare barese che risponde alla seguente traduzione: ACCIPICCHIA!!!)
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Ingredienti: 300 gr. di orecchiette, 1Kg. di rape, 4 filetti di acciughe sott'olio, olio d’oliva, aglio, sale.
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Preparazione: Lavate bene le rape con acqua corrente, eliminando le foglie e le parti più dure.
Fate bollire l’acqua in una pentola aggiungendo una manciata di sale, e appena bolle aggiungete le rape. Coprite e al secondo bollore (si dice così?) aggiungete le orecchiette, cuocendo il necessario.
Mentre la pasta cuoce preparate un soffritto con olio d’oliva (il fondo della padella).
Fate arrosolare l’olio per qualche secondo, togliete la padella dal fuoco e aggiungete 2 o 3 spicchi d'aglio pestati e privati di pellicina e le acciughe, che avrete avuto cura di preparare prima.
Fate arrosolare il tutto sul fuoco quanto basta. (una variante prevede di fare arrosolare nell’olio anche un po’ di mollica di pane, e/o del peperoncino tagliato in piccolissimi tocchetti, ma è questione di gusti personali)
A questo punto scolate la pasta e le rape, e, fuori dal fuoco, rimettete il tutto nella pentola e aggiungete il soffritto preparato in precedenza.
Rimettete la pentola sul fuoco e rimescolate il tutto per un minuto scarso. Servite in tavola.
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La ricetta la conoscevo, ma non sarei mai stato in grado di “tradurla” in forma leggibile (questione di neuroni) per cui l’ho presa dal sito Pianeta Bari, che vi consiglio di leggere, a prescindere, soprattutto se siete curiosi di conoscere tradizioni, anche non solo “culinarie” della mia città.
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BUON APPETITO

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Foto tratta da Lei web
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martedì 15 dicembre 2009

QUESTO E'

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Questo spazio web non è un blog politico. Le mie idee sulla politica le porto avanti senza necessariamente doverne fare un post o una “sterile” propaganda.

Non mi piace scrivere per “omologazione”, ma solo per il piacere di farlo e di condividere la parte di me che sente il bisogno di esprimersi al di là delle ideologie politiche e di costume.

Non condivido il pensiero di chi si nasconde dietro falsi ideali, ma non mi interessa giudicare, e, per quanto riguarda chi vuole giudicarmi, do importanza “solo” ai giudizi di chi mi conosce “veramente”.

L’indipendenza del pensiero per me è la capacità di restare il più possibile lucidi e fuori dal gregge, parlare di tutto e con tutti senza sentirsi nel diritto di prevaricare gli altri.

Non condivido il pensiero di chi, spesso troppo facilmente, parla di “Tibet libero” e poi accetta un atto di violenza, qualunque sia il “soggetto” verso il quale questa violenza è diretta, né di chi giustifica qualsiasi atto di violenza come giusta “condanna” per chicchessia.

Sono convinto che prima di “condannare” qualsiasi istituzione ciascuno debba arrivare alla piena consapevolezza e “certezza” di fare tutto ciò che è nelle sue possibilità per contribuire a migliorare il mondo in cui vive.

Rifiuto qualsiasi forma di “istigazione” e “proselitismo”.

Mi piace ridermi addosso, sperando sempre di riuscire ad evitare di assumere un’espressione da “ebete” senza motivo.

Sono consapevole di avere mille limiti ma mi sforzo di non farne uno “strumento” per limitare gli altri.

Non mi interessa raccogliere consensi ma esprimere la mia opinione, per quella che è.
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lunedì 14 dicembre 2009

SENZA TROPPE PAROLE....

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Partire, per qualsiasi meta in cui possa essere utile il tuo “tentativo” di aiutare chi sta perdendo la vita e la libertà.... esseri umani ai quali viene strappata ogni forma di “dignità”.
Alcuni colleghi hanno deciso di farlo. Alcuni sono rimasti, altri dopo qualche mese sono tornati, portando con se un “fardello” di esperienza o di “sterile amarezza”, a seconda dei casi.
Il bisogno di “dare” nasce da “dentro”, da radici semplici, dall’unico scopo di sperimentare “il darsi e basta”, senza secondi fini. Dal desiderio di crescere, anche professionalmente, ma prima come persona.
E se NON si è davvero “certi” di “andare” è lecito ed utile non dimenticare che il desiderio di “regalare” un po’ della propria esistenza a chi ne ha bisogno, può trovare risposta e appagamento anche nelle cose che sono un po’ più “a portata di mano”.
Sostenere una causa non è sempre un “imbroglio”. E’ difficile crederci, fidarsi....
C’è sfiducia anche nei confronti delle “organizzazioni” che dovrebbero garantire il “sostegno” ai più deboli.
Ci sono differenti modi di “dare”, se si vuole.
Qualche anno fa un gruppo di genitori di bambini con patologie oncoematologiche, come leucemie e linfomi, ha fondato un’associazione che un po’ alla volta sta facendo germogliare un nuovo concetto di assistenza sanitaria ai piccoli che devono sottoporsi a lunghe terapie mediche, che spesso si prolungano per mesi.
Un progetto sostenuto dalla Regione Puglia e dell’Amministrazione del Policlinico, che si sta traducendo in una vera e propria “conquista” del “territorio” regionale, da parte di una equipe di medici e infermieri ospedalieri che erogano un’assistenza “domiciliare” per questi bambini, che evita loro, quando possibile, la “permanenza” in ospedale, e allo stesso tempo garantisce tutte le cure necessarie senza dover rinunciare al “calore” familiare e dell'ambiente domestico.
Questa stessa associazione, grazie al supporto di personale “volontario” che mette a disposizione il proprio tempo e impegno collaborando con il personale sanitario, si sta prodigando anche per migliorare l’organizzazione dei reparti ospedalieri rendendoli, per quanto possibile, più “vivibili” e funzionali ad alleviare il “peso” della malattia, sia per i piccoli che per i loro familiari.
Qualche volta riesco ad uscire dal mio “egoismo”, e allora mi dico: non ci vogliono molte parole....
....ma quelle poche che si possono dire è bene dirle, e poi fare il possibile per tradurle in qualcosa di “concreto”....

martedì 8 dicembre 2009

RICOMINCIARE A CINQUANT'ANNI

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Luca ha incontrato Maria ad appena 18 anni.

Non è mai stato un santo, ma dietro la sua apparente “sicurezza”, spesso mascherata da “arroganza”, ha sempre nascosto il suo grande bisogno di “aiuto”. Nella sua storia di bambino e poi adolescente, un padre autoritario, troppo autoritario, che portava con se i segni di un'infanzia spezzata da una figura paterna assente e da una madre che gli aveva voltato le spalle troppo presto.

Un uomo che aveva riversato sulla sua famiglia il grido che rivendicava “attenzione”, “considerazione” e “affetto”.... un grido tanto forte da generare negli altri “paura” e farli sentire “in gabbia”.

Luca non aveva seguito l’istinto di sopravvivenza come avevano fatto gli altri fratelli....

Si era subito ribellato a quel “sentirsi sempre inadeguato” solo perché non voleva “vestire” il clichè che qualcun altro voleva per lui, a prescindere dai suoi desideri, come conseguenza di un “amore malato”, dettato dalla necessità di “marcare il proprio territorio” più che dal naturale istinto che porta un genitore a desiderare di veder crescere un figlio e renderlo capace di spiccare il volo da solo.

Luca non voleva studiare, ma già dal liceo si era messo a lavorare.... amava stare in mezzo agli altri, esibirsi, sentirsi “accettato” dalla “massa”.

Aveva pochi amici sinceri, la maggior parte delle persone che frequentava apparteneva a quel mondo di “apparenza” in cui voleva mettere radici....

Aveva cominciato a fare radio, poi qualche televisione privata, aveva aperto assieme ad altre persone anche un piccolo locale….

A vent’anni sposò Maria. Sembravano inseparabili e complici su tutto, le piccole e le grandi cose. Cominciarono da zero.... lei lo faceva sentire importante e unico. Lui ne aveva “bisogno”, ma si portava dentro il germe dell’insoddisfazione....

Col passare del tempo finì per “sprofondare” nel lavoro, ma non quello che ti da da vivere e ti permette di creare un minimo di “prospettiva”…. la sua era piuttosto la ricerca di un modo per sentirsi “grande” e “libero”....

Gran cosa riuscire a guadagnarsi da vivere facendo ciò che ti fa sentire “scollegato” da ogni forma di “omologazione”, ma solo se hai un “obiettivo” stabile. Altrimenti può diventare una roulette russa.

Nel tempo Luca non si accorse che stava “squilibrando” la sua esistenza, lasciando che la sua ricerca frenetica e disordinata di successo e appagamento lo portasse all’alienazione dai sentimenti “veri”.

Anni di veleno represso, di rancori covati e mai esposti per tempo, che portarono ad una nuova scena: due persone sconosciute, Luca e Maria.... si odiavano, o, quantomeno, questo era ciò che traspariva ormai da ogni loro gesto durante i momenti di “convivenza”.

Luca arrivò quasi al successo.... quello che desiderava sin da adolescente. Una “posizione” di prestigio.... Ma anche questa senza “radici”. Quando le cose importanti della tua vita si basano solo sull’approvazione degli altri, ecco che si materializza la suddetta “roulette russa”.

Ti sei ritrovato solo, a cinquant’anni passati, a doverti reinventare un futuro ed un lavoro.... a raccogliere i pezzi della tua vita.

Ti “ammiro” per come ci stai riuscendo, nonostante tutto. Non sono mai stato d’accordo con le tue scelte, alcune delle tue scelte.... E tu lo sai. Ma....

Ti guardo, ora.... e non so cosa dire. Vorrei una possibilità, la vorrei io per te. La vorrei materializzare e poi regalartela. Ora che sei solo. Fiero, ma con lo sguardo che lascia trasparire la tua “paura”.

Sarebbe un bel regalo riuscire a regalartela un’opportunità. Un regalo per me.... per un “egoista” come me....

Me la vorrei proprio togliere la soddisfazione di essere il protagonista assieme a te di una “nuova opportunità” che ti tiri fuori dal pantano. Anche perchè, riuscendoci, esorcizzerei questa fottuta paura che prende a volte anche me, di poter arrivare ad un certo punto della mia vita e dover ricominciare tutto da capo....

lunedì 7 dicembre 2009

LA MIA NOTTE

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Il precedente post l’avevo buttato giù, come spesso accade, come un disegno "senza filtri", che passa direttamente dalla mente al foglio virtuale....
Ma leggerlo mi faceva male, e così l’ho cancellato. Ma non è escluso che lo riposterò, più in là.

La notte, una tazza di caffè… una sigaretta… la musica in sottofondo.... note che si inseguono, mi avvolgono in un abbraccio....
Una tastiera.... fogli sparsi, la luce del mio lume che rende il fumo denso e vivo....
Ho mille righe e parole da scrivere.... sembrano vuote.... il mio lavoro....
Si fanno spazio i pensieri, i ricordi.... la notte è fatta per farsi male e coccolarsi un pò....
Vorrei riuscire a raccontare, vorrei riuscire a “sentire” ogni passo del mio racconto.... sempre....
Forse un giorno riuscirò a finirlo il mio “libro”, ma anche se così non fosse, lo avrei già scritto, comunque, dentro me....
Quanta vita ho vissuto?
A volte mi sembra nulla.... ma qualcuno mi fa “guardare”.... non è poco....
Non fermerò le mani, non fermerò la mente, non fermerò il cuore....

venerdì 27 novembre 2009

1^ LEGGE SULL'OTTIMISMO...

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Ottimista è colui che crede che una donna abbia terminato la sua telefonata solo perchè ha detto: "allora ti saluto"....

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lunedì 23 novembre 2009

UN PROFUMO CHE SA DI "BUONO".....

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Leggo, si, vi leggo….

E così mi è capitato di leggere un post di uno dei blog sui quali mi soffermo, a volte senza commentare, ma semplicemente per “leggere”…..
Uno dei tanti post…. semplice, eppure
“vivo”….

Scrivere su una tastiera può essere molto più del semplice gesto di pigiare tasti che trasferiscono i caratteri sul monitor…
Incontrare i pensieri della gente, raccontare se stessi, guardare al di là dei limiti che ci si impone e che ci vengono imposti, ogni giorno.

Ed è così che ci si imbatte nelle storie di vita degli altri, oltre che nelle proprie…. e si incontrano le sensazioni, i ricordi, le gioie, i dolori di persone che come noi cercano un’ancora per il cuore e per la mente.

Storie “normali”, storie “maledette”, storie che fanno sorridere… immagini presenti…. immagini passate…. sogni…. desideri.

E ci si accorge che ci sono ancora vite nelle quali l’ordinario sa di “pulito”… a dispetto di una “tendenza” che sembrerebbe imporre la “trasgressione” come “valore”, oppure come “terapia” all’insoddisfazione….Spesso i sentimenti “forti”, in quanto “fuori dall’ordinario”, vengono venduti come panacea che esorcizza un’esistenza altrimenti “piatta”…..

In un quotidiano dove l’ordinario sembra essere un “lusso” o, peggio, una “maschera” che nasconde l’ipocrisia di chi si “accontenta”…. si può restare “sorpresi” da parole che ci riportano a quel profumo di “pulito”, un profumo che vale molto più di ogni “trasgressione” alle regole….

Un profumo che esiste ancora, che non è perso per sempre. Ciascuno di noi spesso lo dimentica, lo mette in un angolo, quasi con vergogna….
Rifiutiamo il nostro OGGI, nemmeno fosse il nostro peggior incubo invece che la nostra vita….

Spesso ci abbandoniamo ai ricordi, rincorriamo i sogni, perdiamo il valore del “presente”….. un presente che per quanto “povero” ci possa apparire, rappresenta la nostra vita, quella in cui non abbiamo solo il “dovere” di vivere, ma potremmo riscoprire anche il “piacere” di vivere….

E che ne sarebbe del nostro “racconto” se non ci soffermassimo, anche solo di sfuggita, a specchiarci nelle parole e nei racconti degli altri?

Resteremmo a “parlarci addosso”…. ci soffermeremmo sulle rughe del nostro viso, sui “segni” che vogliamo vedere a tutti i costi…. perderemmo l’opportunità di guardarci per come siamo veramente, e perderemmo anche il cammino che ci porterà a ciò che saremo…. a prescindere da noi stessi.

Leggo….. si, voglio leggervi….

Voglio leggere voi, come cerco di leggere ogni persona che incontro…. soffermandomi sulle parole che mi fanno ritrovare un pensiero che sa di buono, per portarlo con me.

A un sentimento non puoi sempre dare una forma, e se riesci a dargliela è un sentimento "grande" che ha messo radici dentro te…. ci sono sentimenti che ti toccano e ti aiutano a crescere anche se non riesci a “disegnarli” in modo preciso.

Anche nelle “righe” virtuali ci possono essere "belle" sensazioni.... che viaggiano velocemente attraverso la rete…

C’è chi si serve di questa "agorà" per far male, chi per confondere, chi per “recitare” in modo goffo o squallido…. e c’è chi semplicemente se ne serve per “regalare” un pezzo di se a chiunque vorrà fermarsi a raccoglierlo….
come accade nella vita "reale"....
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giovedì 19 novembre 2009

ODE ALLA VITA (Pablo Neruda)

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Già letta e riletta, proposta in un vecchio post, ma mi ha colpito il sottofondo che l'accompagna in questo video, e poi, adesso, in questo preciso istante, mi serviva rifissarla nella mente....

Per il corretto ascolto dell'audio di questo video, disabilitare il player nella barra laterale del blog.

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martedì 17 novembre 2009

MANUALE DEL GUERRIERO DELLA LUCE (PARTE PRIMA)

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"Un discepolo non è più grande del maestro;
ma ogni discepolo ben preparato sarà come il suo maestro.."
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Luca, 6:40

MANUALE DEL GUERRIERO DELLA LUCE
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Paulo Coelho
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Parte Prima

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Un guerriero della luce non dimentica mai la gratitudine.
Durante la lotta è stato aiutato dagli angeli.
Le forze celesti hanno messo ogni cosa al proprio posto, permettendogli di dare il meglio di sé.
Gli altri commentano: "Com'è fortunato!"
E spesso il guerriero ottiene assai più di quanto le sue capacità gli consentano.
Perciò, quando il sole tramonta, si inginocchia e ringrazia il Manto Protettore che lo circonda.
La sua gratitudine, però, non è limitata al mondo spirituale: egli non dimentica mai gli amici, perché‚ il loro sangue si è mescolato con il suo sul campo di battaglia.
Un guerriero non ha bisogno che qualcuno gli ricordi l'aiuto ricevuto: se ne ricorda da solo, e divide la ricompensa con chi l'ha aiutato.
Tutte le strade del mondo conducono al cuore del guerriero: egli s'immerge senza esitazioni nel fiume di passioni che scorre sempre attraverso la vita.
Il guerriero sa che è libero di scegliere ciò che desidera: le sue decisioni sono prese con coraggio, distacco e, talvolta, con una certa dose di follia.
Accetta le proprie passioni, e le vive intensamente.
Sa che non è necessario rinunciare all'entusiasmo delle conquiste: fanno parte della vita, e ne trae gioia con tutti coloro con cui le condivide.
Ma non perde mai di vista le cose durature, e i solidi legami creati attraverso il tempo.
Un guerriero sa distinguere ciò che è transitorio da ciò che è definitivo.
Un guerriero della luce non conta solo sulle proprie forze. Sfrutta anche l'energia dell'avversario.
Quando inizia il combattimento, tutto ciò che possiede è l'entusiasmo e le mosse che ha appreso durante l'addestramento.
Man mano che procede nella lotta, scopre che l'entusiasmo e l'addestramento non sono sufficienti a vincere: è necessaria l'esperienza.
Allora egli apre il suo cuore all'universo, e chiede a Dio di ispirarlo affinché ogni colpo del nemico gli insegni ancora a difendersi dal suo attacco.
Gli altri commentano: "Com'è superstizioso. Ha Interrotto la lotta per pregare, e teme l'avversario".
A queste provocazioni il guerriero non risponde. Sa che, senza ispirazione ed esperienza, non c'è addestramento che dia risultato.
Un guerriero della luce non imbroglia mai, ma sa distrarre il suo avversario.
Anche se in affanno, sfrutta ogni risorsa per raggiungere l'obiettivo. Quando si accorge di essere allo stremo delle forze, fa credere al nemico di rinunciare alla lotta. Quando sceglie di attaccare da destra, muove le sue truppe verso sinistra. Se intende iniziare la lotta immediatamente, finge di avere sonno e prepararsi a dormire.
Gli altri commentano: "Guardate…. ha perso l'entusiasmo"... ma lui non da importanza ai giudizi, perché‚ gli altri non conoscono le sue tecniche di combattimento.
Un guerriero della luce sa ciò che vuole. E non ha bisogno di spiegare nulla.
"Fai credere al tuo nemico che non otterrà grandi ricompense se deciderà di attaccarti. Così farai diminuire il suo entusiasmo."
"Non ti vergognare di ritirarti provvisoriamente dal combattimento, se capisci che il nemico è più forte. L'importante non è la singola battaglia, ma la conclusione della guerra."
Se sarai abbastanza forte, non dovrai vergognarti di fingerti debole. Questo rende il tuo nemico vulnerabile, e lo spinge ad attaccare anzitempo.
"In una guerra, la capacità di sorprendere l'avversario è la chiave della vittoria."
"E' strano", pensa il guerriero dentro di sé... "incontro tanta gente che, alla prima occasione, tenta di mostrare il lato peggiore di sé... nasconde la sua debolezza dietro l'aggressività... dissimula la paura della solitudine fingendosi "indipendente". Non crede nelle proprie capacità... ma vive vantandosi dei propri pregi".
Il guerriero della luce legge tutto questo in tanti uomini e tante donne che conosce.
Non si lascia mai ingannare dalle apparenze, e fa di tutto per rimanere in silenzio quando tentano di impressionarlo.
Ma coglie l'occasione per correggere i propri errori, perché ogni uomo per lui è uno specchio in cui riflettersi...
Un guerriero approfitta di qualsiasi opportunità per imparare.
Talvolta il guerriero della luce lotta anche con chi ama.
L'uomo che tutela i propri amici non è mai vittima delle tempeste dell'esistenza; ha le forze per superare le difficoltà e andare avanti. Eppure, tante volte, si sente sfidato dalle stesse persone a cui ha insegnato l'arte della spada. I suoi discepoli lo "sfidano".
E il guerriero mostra le sue capacità: con pochi colpi fa rotolare a terra le armi degli allievi, e l'armonia ritorna...
Gli chiedono: "Perché lo fai se sei tanto superiore?"
"Perché‚ quando i miei discepoli mi sfidano, in realtà, vogliono parlare con me, e in questo modo io mantengo vivo il dialogo" risponde il guerriero.
Prima di affrontare un combattimento importante, un guerriero della luce si domanda: "Fino a che punto ho sviluppato la mia abilità...?"
Egli sa che le battaglie che ha ingaggiato nel passato gli hanno sempre insegnato qualcosa.
Eppure, molti di questi insegnamenti lo hanno fatto soffrire più del necessario.
Più di una volta ha perduto il proprio tempo, battendosi per una menzogna. E ha sofferto per uomini che non erano all'altezza del suo amore.
I vincenti non ripetono lo stesso errore. Perciò il guerriero rischia il proprio cuore solo per qualcosa per cui valga la pena.
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continua [...]
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sabato 14 novembre 2009

INFLUENZA MAIALA!!!!

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Anche l’influenza si evolve e si adatta ai tempi: prima l’ASIATICA….. e qualcuno in passato, sperando in un avventato “malinteso” poteva affermare di non essere stato al lavoro perché era stato “a letto con l’asiatica”.
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Oggi la “suina”, che in alcune regioni italiane (prima fra tutte la toscana), viene anche definita “LA MAIALA”….. e senza dubbio fa un certo effetto sentire qualcuno affermare “sono stato a letto con la maiala”…..
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Insomma, sembrerebbe proprio che i virus vadano al passo con il “costume” della società. Il mito della bellezza nipponica, che viene sostituito dal più disinibito mito della “donna senza tabù”…..
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C’è chi dice e ridice che bisogna vaccinarsi a tutti i costi verso la “maiala”….
Le sue reali potenzialità non si conoscono ancora, non si sa chi possa colpire, e non si possono prevedere le conseguenze.
In realtà forse la si sta sopravvalutando un pò sta "maiala" di influenza.
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La sua “virulenza” dovrebbe essere sovrapponibile a quella degli altri virus influenzali, ma, a quanto pare, in alcuni casi, anche in persone apparentemente “sane”, cioè senza altri problemi pregressi di salute, potrebbe dare complicanze gravi, soprattutto a livello polmonare (ma questo accade anche con la classica influenza).
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Ma se qualcuno in età adolescenziale ci avesse detto "un giorno ti dovrai vaccinare contro “la maiala”, noi cosa avremmo pensato?
Di solito i parenti o gli amici più “vecchi” ci consigliavano di prendere le dovute precauzioni, sia fisiche che emotive nei confronti delle cosiddette “maiale” (quanti condom dimenticati nel cruscotto dell’auto e ritrovati dopo anni in condizioni simili ai fossili del giurassico), ma mai nessuno avrebbe azzardato il consiglio di “vaccinarsi”.
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CHEPPOI, se esistesse un vaccino contro le “maiale” o “i maiali” non ci sarebbe gusto….. bisogna imparare a conoscere anche questa dimensione dell’animo e del fisico, la “maialità”….. poi, una volta conosciuto, ciascuno è libero di fare la sua scelta.
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Non so se si è notato, ma sto delirando anche stavolta…..
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Buon week end a tutti!!!!!

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lunedì 9 novembre 2009

LE DONNE....

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Gli uomini vorrebbero essere sempre il primo amore di una donna, ma questa è la loro sciocca vanità....
Le donne hanno un istinto più "sottile": a loro piace essere l'ultimo amore di un uomo....

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Oscar Wilde

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sabato 7 novembre 2009

AND THE WINNER IS.....


Ed ecco i risultati del sondaggio/concorso del post precedente. Ovviamente spero che ciascuno si “rispecchi” nel proprio “punteggio”.

Vi riassumo il punteggio per ogni risposta:

Domanda 1:
A = 0
B = 1
C = 2
D = 3

Domanda 2:
A = 0
B = 1
C = 2
D = 3

Domanda 3:
A = 3
B = 2
C = 1
D = 0

E ora i singoli punteggi e i vincitori. Il conteggio dei punti e la proclamazione dei vincitori sono stati effettuati alla presenza di un notaio (……BUGIA!!!!):


MASCHIETTI:

BRUNO (Roccaforte):....punti..9
Scarica il tuo attestato da qui

BAOL:....punti..4
Scarica il tuo attestato da qui

LUCIGNOLO:....punti..2
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MIRKO:....punti..2
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FEMMINUCCE:

PIPPI:....punti..7
Scarica il tuo attestato da qui

LELLA:....punti..7
Scarica il tuo attestato da qui

MARIA CHIARA:....punti..6
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ANGELO AZZURRO:....punti..5
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MARIA ROSARIA:....punti..5
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PUPOTTINA:....punti..4
Scarica il tuo attestato da qui

SERENA:....punti 4..
Scarica il tuo attestato da qui

JANAS:....punti..3
Scarica il tuo attestato da qui

VANIA:....punti..2
Scarica il tuo attestato da qui

Ovviamente, siete TUTTI vincitori “morali”, non fosse altro per la vostra simpatia e per il vostro affetto. E, quindi, a prescindere dalla particolare e "personale" ATTENZIONE prestata ai DUE sigg.ri “medici”, ciascuno dei “votanti” potrà ritirare il proprio attestato.

E anche chi non ha votato si consideri vincitore, perché tra i mille problemi quotidiani, ha saputo “ridersi addosso”, che è molto meglio di “piangersi addosso” (cerco di ricordarlo spesso a me stesso, soprattutto nei periodi un po’ grigi).

Grazie per esserci, anche se virtualmente.

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martedì 3 novembre 2009

LE NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA...

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Possiamo pensare, per una volta, in positivo quando parliamo di terapia medica? Possiamo sfatare tutti i luoghi comuni? Possiamo finalmente affermare che andare dal medico non è poi tutta 'sta tragedia?
Se passate il mouse sopra le due immagini sottostanti, forse (dico forse) anche voi sfaterete il luogo comune che vi fa vedere il medico come detentore di “brutte notizie”.
Fate attenzione a passare il mouse sopra l’immagine giusta… o meglio, seguite le indicazioni, se volete….

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Ora, rispondete a qualche semplice domanda. Ad ogni domanda è attribuito un punteggio (che ovviamente voi non conoscete, ma che conoscerete alla fine di questo sondaggio). E’ una specie di concorso, in cui chi fa più punti potrebbe “vincere” una visita da uno dei due “medici” delle foto. Lo so, in questo periodo è meglio non “procacciare” incontri e “visite private”, siano anche “visite mediche”, ma qui parliamo di scienza, mica stiamo a pettinare le bambole (espressione che mi ha gentilmente passato Maria Chiara da romana verace qual’è)…
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Allora, in bocca al lupo…
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Domanda numero 1:
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Guarda attentamente le due foto. Osservando il medico, pensi che
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A) ha un’espressione del viso che infonde veramente fiducia
B) sicuramente ha studiato all’estero, ed è molto preparato
C) ha una specializzazione molto impegnativa, di cui non ricordi il nome
D) dovrebbe cambiare professione
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Domanda numero 2:
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Cosa ti aspetti dal medico della foto?
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A) che ti programmi un check up completo
B) che ti visiti con molta cura, dedicandoti tutto il tempo necessario
C) che ti inviti a cena fuori
D) che ti chieda il numero di cellulare
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Domanda numero 3
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Dopo essere stato visitato dal medico, cosa pensi di lui/lei?
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A) E’ stata davvero una visita completa ed appagante
B) Questa visita NON mi ha convinto molto, penso che tornerò nuovamente nel suo studio per avere un'idea più precisa
C) Assolutamente deludente 'sto medico, mi aspettavo di più (comunque meglio di niente)
D) Basta!!! Cambio medico
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Al prossimo post per i risultati e la proclamazione dei vincitori.

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domenica 1 novembre 2009

SUL CORAGGIO....


Senza voler togliere nulla a quel genere di coraggio che porta alcuni uomini a morire, non dobbiamo dimenticare quegli atti di coraggio grazie ai quali gli uomini vivono; il coraggio della vita quotidiana è spesso uno spettacolo meno grandioso del coraggio di un atto definitivo, ma resta pur sempre una miscela magnifica di trionfo e di tragedia...

Un uomo fa il suo dovere, a dispetto delle conseguenze personali, nonostante gli ostacoli, i pericoli e le pressioni, e questo è il fondamento della moralità umana; in qualsiasi sfera dell'esistenza un uomo può essere costretto al coraggio, quali che siano i sacrifici che affronta seguendo la proprio coscienza: la perdita dei suoi amici, della sua posizione, delle sue fortune e persino la perdita della stima delle persone che gli sono care.

Ogni uomo deve decidere da sé qual'è la via giusta da seguire; le storie che si raccontano sul coraggio degli altri ci insegnano molte cose, possono offrirci una speranza, possono farci da modello, ma non possono sostituire il nostro coraggio... per quello ogni uomo deve guardare nella propria anima...

John Fitzgerald Kennedy

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mercoledì 28 ottobre 2009

CHE BUGIARDO SEI?

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Vi ricordate il film con Jim Carrey “Bugiardo Bugiardo”?
Rappresentazione “cinematografica” della bugia, e delle sue conseguenze. Sceneggiatura della completa slatentizzazione della tendenza alla menzogna che è in ogni essere umano. Argomento che fu già di un’opera di Goldoni, e elemento portante del Pinocchio di Collodi.

A chi di voi non è capitato almeno una volta nella vita di mentire? Forse più di una volta. Spesso piccole bugie, quelle che aiutano a tirarsi fuori dall’imbarazzo di una situazione che non si sa gestire, quelle dette per non addossarsi piccole e grandi responsabilità, quelle dette per evitare una lite con il proprio partner…. magari solo per evitare di dare spiegazioni, o anche quelle dette per vantarsi di qualcosa che ci fa apparire “migliori”.

La bugia nasce come comportamento “infantile”, o meglio, vicino all’elaborazione del bambino, che, per natura, non è bugiardo, o, quanto meno, lo è molto meno dell’adulto, perché non ha sovrastrutture costruite, ma ha un’organizzazione emotiva e mentale molto più semplice di quella dell’adulto. Le bugie sono comportamenti che consentono di negare la realtà, consentono di “mascherare” le debolezze del carattere, i pensieri inconfessabili.
Il bugiardo si nasconde dietro una menzogna in modo simile al bambino che, portato allo scoperto, nega dicendo “non sono stato io”.
Ma differente è il “mentire” di chi ricorre alla menzogna, alla negazione della realtà, in modo continuativo, a volte arrivando a costruire una doppia identità.

La "bugia patologica”, la bugia come bisogno “inevitabile” nelle relazioni, è spesso il sintomo di un vero disagio psichico, che viene spesso negato da chi ne soffre.
In psicologia si parla di “bugiardi patologici” e “bugiardi compulsivi”.

Il BUGIARDO PATOLOGICO mente incessantemente per cercare di ottenere qualcosa, senza dare troppa importanza alle conseguenze che questo comportamento può avere sugli altri, fossero anche “solo” conseguenze emotive. In questo caso l’abitudine alla menzogna rappresenta un meccanismo per affrontare la realtà, che, spesso, ha radici nell’infanzia ed è associato ad altre problematiche psicologiche. Questa tipologia di bugiardo in genere è una persona che tende a “manipolare” la realtà e gli altri, egocentrico, e poco disponibile ad “empatizzare” con le altre persone.

Nel BUGIARDO COMPULSIVO, invece, la menzogna non è messa in atto per raggiungere un fine specifico, ma semplicemente per abitudine e, soprattutto, perché da alla persona un senso di benessere maggiore rispetto al racconto ed all’interpretazione della realtà. Dire la verità per queste persone diventa un’impresa psicologicamente difficile, così mentono su qualsiasi cosa. La bugia compulsiva in genere si sviluppa nell’infanzia e in ambienti familiari in cui la menzogna è necessaria. Questo tipo di bugiardo, diversamente dal precedente, non è manipolativo o almeno non lo è apertamente. La bugia diventa una risposta automatica ed irrefrenabile, compulsiva appunto.
Questa distinzione ha un significato puramente “tecnico”, ed i confini tra una tipologia e l’altra sono molto sottili. Possono più che altro servire allo psicologo o allo psichiatra che arrivano a “trattare” questi individui.

La bugia patologica dunque, può essere interpretata come una “difesa”, una “corazza” contro una realtà percepita come “inaccettabile”; l’individuo che mente in modo cronico, spesso lo fa per esorcizzare una infanzia difficile, o episodi gravi che hanno segnato la sua vita, oppure per “punire” gli altri, così come il bambino che, oltre che per la “paura” del giudizio dei genitori, spesso mente per “punirli”, perché non si sente accettato e compreso.
Nel profondo i bugiardi soffrono per l’angoscia di separazione dai genitori e dalle figure che li sostituiranno nella vita adulta.
È proprio la paura di perdere la loro approvazione che li spinge a mentire, come se sentissero di non poter essere accettati per ciò che sono, o per fuggire al fallimento di una identità MAI TROVATA, o PERSA strada facendo, per cui pongono in essere una personalità “alternativa” che sostituisca e “annulli” quella mai trovata o “fallita” in precedenza.
Quest’ultimo aspetto è ben rappresentato nella cosiddetta “pseudologia (appunto, bugia) fantastica”, cioè la menzogna che “stravolge” completamente la realtà, creandone a volte una parallela; in questi casi, il ruolo “difensivo” della bugia è rappresentato dalla negazione di una realtà spiacevole che viene sostituita con realtà migliori, creando delle vere e proprie "screen memories" (memorie schermo).
In questi individui, la menzogna costruisce una realtà inviolabile, spesso costruita nei minimi particolari, nella quale la personalità trova una sorta di “appagamento” e l'identità soggettiva non è a rischio e protegge il vero IO dalle intrusioni e violazioni.
Mentre può sembrare che ci sia della creatività nelle fantasie, l'esperienza del paziente è fondamentalmente schizoide e dissociativa. Il mantenimento della pseudologia fantastica implica stati altalenanti di “onnipotenza” e senso di “completo controllo”. La realtà esterna è negata da un mondo interno affascinante, seducente ed eccitante nel quale tutto è possibile.
Il rifiuto della realtà esterna può essere estremizzato tanto da “svalutare” del tutto parti del mondo esterno e dell'esperienza soggettiva. Gli oggetti esterni sono a tal punto considerati "cattivi", che il mentire è ciò che meritano, è la giusta modalità di rapportarsi con loro.

La vita con un bugiardo cronico è difficile, ma fingere di non vedere non ha senso. Piuttosto è meglio cercare di “focalizzare” il problema a fondo e trovare una soluzione. Ci sono alcuni comportamenti “tipici”dei bugiardi patologici:
1) mentono quasi sempre, anche quando non è “necessario”;
2) sono impazienti;
3) tendono a manipolare gli altri lusingandoli, o facendo leva sul senso di colpa o altro;
4) sono incapaci di legami affettivi maturi;
5) sono intolleranti alle critiche;
6) hanno la sensazione che tutto sia loro dovuto e non provano rimorsi.

Quando la “menzogna” assume i caratteri patologici, e quando si rende necessario il ricorso a supporti terapeutici, uno dei principali problemi è quello di portare la persona interessata alla consapevolezza del problema. La persona che mente patologicamente ha internalizzato da così tanto tempo il meccanismo della menzogna che riesce a conviverci in modo equilibrato e difficilmente percepisce il suo modo di fare come patologico. Il primo passo è quindi l’autoconsapevolezza. In seconda battuta va sottolineato che, come ogni altro comportamento che offre comfort e fuga dallo stress, la menzogna può creare “dipendenza” ed è quindi un comportamento difficile da estirpare.
A rendere ancora più complicata la situazione, si può aggiungere che spesso il quadro di bugia patologica è la punta dell’iceberg, uno degli aspetti più evidenti di un più ampio e pervasivo disturbo di personalità, in genere narcisistico o borderline.

Lo psichiatra che ha in cura un paziente con queste problematiche non deve sottovalutare i possibili risvolti medico-legali connessi. Pensiamo ad esempio alle notevoli implicazioni giuridiche che possono derivare da testimonianze o denunce prodotte da pazienti che presentano questo tipo di disturbo. Nelle situazioni in cui la c’è un forte squilibrio nella percezione della realtà, ci possono essere atteggiamenti deliranti, con rabbia, impulsività e propensione alla proiezione che possono portare ad accuse del tutto infondate su terze persone. E in alcuni pazienti (quelli definiti “borderline”) le accuse ed i racconti possono essere particolarmente convincenti nella loro versione distorta o mendace.

Insomma, qualche bugia è tollerabile, compatibilmente con quello che ci dice la nostra coscienza…. Senza esagerare però eh?

A proposito.... quanti bugiardi compulsivi conoscete?


"Non vi è nulla di nascosto che non debba essere rivelato. Né cosa segreta che non venga alla luce".

Vangelo di Matteo, 10:6

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lunedì 26 ottobre 2009

TU SEI TU... PIU' QUALCOSA CHE TI ARRIVA DA LASSU'...

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...grandi braccia grandi mani avrò per te...
stretto al mio seno freddo non avrai,
no tu non tremerai, non tremerai...

domenica 25 ottobre 2009

JE STO VICINO A TE....

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Io sto vicino a te...
con cento grida attorno
Io sto vicino a te...
finchè non dormi
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Io sto vicino a te...
perchè il mondo è sporco
E non cercare di sapere...
meglio che dormi
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Ma che parliamo a fare
sempre delle stesse cose...
per amareggiarci...
e non riuscire mai a venirci incontro
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E' la rabbia che prende
chi impazzisce ogni giorno per capire...
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Io sto vicino a te...
per non cadere
E sto sempre con te...
sulla salita
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Io sto vicino a te...
e le centinaia di grida che mi stanno attorno
non mi fanno sentire se sei sveglia o dormi
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Pino Daniele

domenica 18 ottobre 2009

DESTINAZIONE.... "DOMANI"


.... mettevo distrattamente il necessario in quella valigia, mimando i gesti di chi tenta di chiuderci parte di se, e partire per restituirlo ad un’altra realtà….
Punto e a capo…
E intanto pensavo al giorno dopo….
Sipario su una nuova scena ….
Sono passati mesi, e passeranno anni…. Una nuova pagina scritta, e mille parole non dette.
I tuoi occhi stampati nella mente, ancora non riesco a metterli via…. e forse non devo metterli via.
Perché non serve.
Un amico che mi ascolta, mi lascia parlare, senza interrompermi, guarda…. sorride davanti alla mia voce rotta che spezza il mio "ridere" che vorrebbe esorcizzare i ricordi….
Davanti a lui non mi vergogno di piangere… come non mi vergognavo di farlo con te….
E con una mano sulla spalla mi accompagna…. ed è già domani.

lunedì 12 ottobre 2009

FUMO E SALSEDINE


…. C'è vento e profumo di pioggia.... è una serata strana…. si respira aria di am arcord….. sicuramente non è così per tutti…. per me si…. ma ho la sensazione che questo istante mi accomuni al mondo intero….
Mi accendo una sigaretta e mi avvio lentamente, passo dopo passo…. ci vogliono circa 10 minuti a piedi…. i passi lenti e le boccate di fumo mi stanno portando al mio “posto”, quell’angolo che mi riconcilia con il mondo e con me stesso…. l’incontro di dimensioni parallele, che si fermano là…. di fronte al mare, che di notte è ancora più bello….
Resterò lì per un po’…. a sentire il vento sulla faccia…. un pò tagliente e un pò delicato…. come una bella donna…. il mare può tradire…. come una bella donna…. può portare la tua mente oltre l’orizzonte…. come una bella donna…. calmo e rassicurante ora…. cupo e in tempesta dopo pochi istanti….
Eppure non riesco a privarmi di questo posto…. del mio mare….
Ancora una boccata….. di salsedine e tabacco…. chiudo gli occhi…. tutto scorre ancora…. il mare restituisce sempre le cose migliori…. anche dopo un naufragio….
Questo è il mio posto…. quello al quale ritornerò sempre….

domenica 11 ottobre 2009

LA VITA DALLA VITA......

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Da anni si parla della possibilità di utilizzare le cellule staminali, a scopi terapeutici per molte malattie del sistema nervoso centrale (tra cui alcune forme di demenza), lesioni mieliche (le lesioni del midollo spinale, o delle fibre nervose), patologie cardiache, e molte malattie metaboliche.
Le cellule staminali sono cellule non ancora differenziate, cioè che non hanno ancora assunto le caratteristiche proprie che differenziano le cellule dei vari tessuti ed organi umani, che hanno la capacità di trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula del corpo.
Bisogna distinguere tre principali “tipi” di cellule staminali: cellule staminali di provenienza “embrionale”, cellule staminali di provenienza “fetale” e cellule staminali di provenienza “adulta”.
Le cellule staminali embrionali sono ricavate dalle cellule interne di una struttura cellulare definita “blastocisti”, che non è altro che la struttura che si forma dopo la fecondazione dell’ovulo femminile da parte dello spermatozoo, nella prima parte del processo di formazione dell’embrione, prima dell'impianto a livello uterino. Per poter ottenere cellule staminali embrionali, dunque, è necessario distruggere una blastocisti, che, se pur non ancora definibile “embrione”, da molti è ritenuta un primitivo o potenziale essere umano.
La domanda che molti si pongono è la seguente: è eticamente corretto considerare l’embrione un semplice “insieme di cellule”, oppure va considerato già una forma di “vita”?
Alcuni preferiscono rimanere su una posizione “prudente”, che vieti l'utilizzo degli embrioni umani per fini di ricerca. Altri, invece, sono orientati verso il possibile utilizzo degli embrioni per tali scopi, giustificando tale posizione con l’affermazione che gli stessi sono embrioni “in sovrannumero”, provenienti dai processi di inseminazione artificiale, che, comunque, dopo un certo numero di anni andrebbero distrutti.
Le cellule staminali fetali sono cellule staminali che si ritrovano nei tessuti fetali, per molti versi simili a quelle che si ritrovano nell’organismo adulto, ma caratterizzate da una maggiore capacità di differenziarsi in elementi cellulari specifici. I tessuti fetali, quindi sarebbero una fonte “migliore” di cellule staminali rispetto ai tessuti adulti, e “peggiore” rispetto alle cellule embrionali.
Un vantaggio significativo delle cellule staminali fetali rispetto a quelle embrionali è che pongono meno problematiche di natura etica, in quanto è possibile isolarle da feti derivanti da aborti spontanei o terapeutici.
Le cellule staminali adulte sono cellule presenti, sebbene in piccole quantità, anche nella maggior parte dei tessuti degli adulti (basti pensare alla capacità di riparazione e rigenerazione di molti tessuti umani, come pelle, ossa, fegato, etc).
Le cellule staminali adulte avrebbero potenzialità molto limitate, essendo in grado di dare origine esclusivamente a una gamma ristretta di “linee” cellulari. Ma recenti studi condotti negli Stati Uniti hanno rilevato che anche nei tessuti adulti potrebbero essere presenti cellule staminali in grado di differenziarsi in cellule delle ossa, della cartilagine, dei muscoli, e, probabilmente, in cellule altamente specializzate, come le cellule del sistema nervoso centrale.
Molto interessante è il possibile utilizzo a scopi terapeutici delle cellule staminali emopoietiche provenienti dal sangue residuo della placenta e del cordone ombelicale.
In alcuni ospedali è possibile richiedere la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale. Il sangue è raccolto dal cordone ombelicale, sia in caso di parto vaginale che di taglio cesareo.
Sul materiale prelevato dal cordone, vengono eseguiti test per determinare le “caratteristiche” del materiale che lo rendono compatibile o meno con gli eventuali pazienti in cui verrà trapiantato. I risultati di questa “tipizzazione” (definita HLA) vengono inseriti su alcuni “archivi” informatici su scala mondiale, dai quali i vari “Centri di trapianto” autorizzati, potranno “attingere” le informazioni ed, eventualmente, richiedere il materiale biologico da trapiantare.
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La legislazione in materia di conservazione del sangue del cordone ombelicale varia a seconda dei Paesi, anche nell’ambito della stessa Unione Europea.
In Italia la legge in vigore consente la conservazione di sangue da cordone ombelicale attraverso tre diverse modalità:
Conservazione “SOLIDALE”: le cellule vengono conservate presso banche individuate e accreditate dalle Regioni in base all’art. 18 della legge n. 107/1990 e all’Accordo del 10 luglio 2003; il servizio è basato su donazioni volontarie di sangue del cordone ombelicale, che viene poi conservato e reso disponibile per chiunque presenti una patologia per la quale esiste una indicazione terapeutica che prevede il trapianto di cellule staminali. e che, per tale motivo, ne faccia richiesta.
Conservazione “DEDICATA”: nel caso in cui siano presenti nel neonato, nei fratelli o nei genitori patologie che abbiano l’indicazione al trapianto con cellule staminali da sangue placentare. In questo caso è sufficiente presentare un certificato medico degli specialisti che hanno in cura il paziente in questione.
Conservazione “AUTOLOGA” o “PRIVATA”: il sangue placentare può essere raccolto e spedito all’estero per la crioconservazione presso laboratori privati, previa autorizzazione delle Autorità competenti (Ordinanza del Ministero della Salute del 04 Maggio 2007, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 14 maggio 2007).
In Italia le “banche pubbliche”, quindi, possono conservare il sangue cordonale solo in caso di neonati o familiari del neonato per i quali, al momento del parto, esiste una patologia in atto o un'elevata familiarità per alcune gravi patologie per le quali è previsto il trapianto terapeutico con cellule staminali da sangue placentare, cioè se si prevede un utilizzo "personale" o “intrafamiliare” del materiale biologico (conservazione dedicata); le banche pubbliche possono conservare anche nel caso in cui la donna esprime la volontà di “donare” il sangue della propria placenta, che verrà conservato e "registrato" nei database ormai estesi a livello mondiale di donatori (conservazione solidale).
La conservazione autologa presso banche private (sempre all’estero perché in italia non è consentita la conservazione autologa o privata), è sempre a carico dei genitori e il costo varia a seconda delle strutture (in media 2000-2500 euro per 20-30 anni). Alla sottoscrizione del contratto le stesse società private si fanno carico della spedizione tramite corriere del kit per il prelievo e per il successivo trasporto del materiale, corredato di tutte le indicazioni necessarie ai genitori, e della documentazione relativa agli esami diagnostici a cui la partoriente dovrà sottoporsi nei tempi prestabiliti.
Nelle banche private, il sangue prelevato dal cordone ombelicale di un neonato viene conservato a suo nome fino al momento in cui dovesse servire allo stesso individuo ad un suo familiare compatibile, e diventa, a tutti gli effetti, di proprietà dell’individuo dal cui cordone è stato prelevato e dei suoi familiari.
Secondo alcuni la conservazione autologa avrebbe il vantaggio di azzerare il rischio di “rigetto”, caratteristica tipica di tutti gli “autotrapianti” d'organi e tessuti, ma, ormai, visto il crescente numero di “donatori” e, quindi, di cellule “registrate” nei database mondiali, chi dovesse aver necessità di sottoporsi a trapianto di cellule staminali, anche in assenza di una precedente donazione “dedicata” o “autologa” avrebbe, comunque, una elevatissima probabilità di trovare un donatore compatibile.
Le implicazioni etiche correlate all’utilizzo di cellule staminali, rappresentano uno degli elementi di maggiore importanza per lo sviluppo e l’applicazione di tecniche di questo tipo in campo terapeutico. Ma, come già detto, la controversia riguardante l’utilizzo delle cellule staminali in ambito terapeutico, è legata, fondamentalmente, ai dubbi sulla correttezza, dal punto di vista etico, della manipolazione di embrioni umani, in quanto l’embrione può rappresentare una prima forma di “vita”. Oggi, la donazione di cellule di sangue placentare, non rappresenta alcun atto “eticamente” non chiaro, e non comporta alcun rischio ne per il nascituro ne per la mamma. E’ semplicemente un atto di solidarietà.

Per maggiori informazioni:
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Presidenza del Consiglio dei Ministri
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Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali
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IRCCS Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza - San Giovanni Rotondo (FG)
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A.I.L. (Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma)
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ADISCO (Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale)
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MOMMYBLOGGING ITALIANO

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